Ci sono stati, e ci sono ancora, momenti in cui vorrei condividere il mio stare bene, essere seduta in spiaggia ad ascoltare musica in cuffia, senza alcun pensiero, vorrei condividere il risultato che sono riuscita a raggiungere di “stare nello stare” e magari parlare dell’importanza di non fare nulla, ma non me la sento.
Vorrei condividere ciò che ho imparato: l’importanza di questi momenti in cui stai e basta, ma trovo i social respingenti o non pronti a questa vita non per forza sempre performativa.
I pensieri sono diversi. Non lo faccio perchè:
- mi sento in colpa: io sono in spiaggia e non sotto le bombe solo per fortuna, per la fortuna di essere nata in questa parte di mondo. Come posso pensare di condividere il mio “stare bene” con tutto quello che sta succedendo?
- perché mi sentirei additata come quella fortunata che può stare al mare a godersi il dolce far niente in un qualsiasi giorno lavorativo di ottobre, dovrei affrontare un pubblico che vuole che io viva come sbagliato il mio stesso “stare bene”.
- perché se questi giudizi dovessero arrivarmi (e non limitarsi a essere un pensiero di chi osserva) mi sentirei in dovere di spiegare la mia vita, le decisioni complicate, le rinunce fatte. Spesso le mie scelte non sono state più facili di quelle fatte da chi mi critica. Dovrei giustificare la mia vita davanti al tribunale mediatico e non lo trovo giusto.
There have been, and there still are, moments when I would like to share how good I feel, to be sitting on the beach listening to music on headphones, without any thought, I would like to share what I have been able to achieve of "being here and now" and maybe talk about the importance of doing nothing, but I don't feel like it.
I would like to share what I have learned: the importance of these moments where you just be, but I find social media repelling or not ready for this life that is not necessarily always performative.
The thoughts are different. I don't share it because:
- I feel guilty: I am on the beach and not under the bombs just by the luck of being born in this part of the world. How can I think of sharing my "being well" with all that is going on?
- because I would feel pointed at as the lucky one who can be at the beach enjoying sweet nothingness on any working day in October. I would have to face an audience that wants me to experience my own "being well" as wrong.
- because if these judgments were to come to me I would feel compelled to explain my life, the complicated decisions, the sacrifices made. Often my choices have been no easier than those made by those who criticize me. I would have to justify my life before the media court, and I would not find that fair.