Il primo gennaio, ho sentito il suono del campanello: erano i carabinieri, arrivati per perquisire casa mia. Non avevo mai vissuto un'esperienza così diretta con gli organi della giustizia. In quel momento, alle 4 del mattino, con una caviglia rotta e da sola a casa, quel campanello mi è sembrato l'inizio di un bruttissimo sogno.
Dico "sogno" perché per me è stata e rimane un'esperienza ai limiti dell'irreale. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma poco dopo ho scoperto che il marito di mia madre era stato indagato per appartenenza a una cosca mafiosa. Lui e mia madre sono tornati dalla Spagna mentre la stampa li diffamava, e lui è stato arrestato. Alla prima chiamata che accennava a questa situazione, credevano fosse uno scherzo telefonico.
65 anni e 40 di carriera pulita nel settore dell'edilizia. È stato qualcosa che ha spiazzato tutti. Siamo stati trattati come criminali costretti a dare spiegazioni su cose di cui non sapevamo nemmeno il funzionamento. Avrei potuto pensare di finire sotto una macchina, di avere un incidente, ma mai questo.
Ci confiscano le auto, bloccano i conti bancari. Venivo da un periodo in cui ero già stanca, sentivo la necessità di rivalutare il mio lavoro, di rinnovarlo, e questa situazione mi ha davvero spezzato a metà. Ora ero l'unica in grado di portare a casa uno stipendio, l'unica che poteva e doveva lavorare. Il mio lavoro è passato da "passione" a "casella da spuntare per portare a casa soldi".
Nel frattempo, sui social non avevo parole per spiegare una questione così complessa, senza prove per dimostrare le mie ragioni.
Dopo un mese di carcere e quattro di arresti domiciliari, con le forze dell'ordine che venivano a fare controlli alle 3 di notte, si è scoperto che c'era stato uno scambio di persone, per cui il nome di un mafioso si era trasformato nel nome del marito di mia madre.
È stata l'unica volta che ho versato lacrime in questa vicenda. Lentamente, ho ritrovato la magia nel mio lavoro e nonostante tutto, questa situazione ha rafforzato i legami che in famiglia spesso diamo per scontati. Tuttavia, non ho mai affrontato l'argomento con il mio pubblico. Non è la paura quella che mi blocca, ma il fatto che in piattaforme così veloci e distratte, mancherebbe davvero la profondità di voler capire.
On January 1, I heard the doorbell ring: it was the police, who had arrived to search my house. I had never had such a direct experience with the organs of justice. In that moment, at 4 a.m., with a broken ankle and alone at home, that doorbell seemed like the beginning of a very bad dream.
I say "dream" because for me it was and remains an experience bordering on the unreal. I didn't know what was happening, but shortly thereafter I found out that my mother's husband had been investigated for belonging to a Mafia gang. He and my mother returned from Spain while the press was vilifying them, and he was arrested. At the first call mentioning this situation, they thought it was a prank call.
65-years old and a clean 40-year career in the construction industry. It was something that displaced everyone. We were treated like criminals, forced to explain things we didn't even know about.
I could have thought about getting under a car, having an accident, but never this.
They confiscate our cars, they freeze our bank accounts. I was coming from a period when I was already tired, I felt the need to reevaluate my work, to renew it, and this situation really broke me in half. Now I was the only one who could bring home a salary, the only one who could have and should have worked. My job went from "passion" to a "box to check to bring home money."
Meanwhile, on social media I had no words to explain such a complex issue, with no evidence to prove my case.
After a month in jail and four months of house arrest, with law enforcement coming to check on us at 3 a.m., it turned out that there had been a mix-up, whereby the name of a mobster had turned into the name of my mother's husband.
That was the only time I shed tears in this affair. Slowly, I found the magic in my work again, and in spite of everything, this situation strengthened the bonds that we often take for granted in our family.
However, I have never broached the subject with my audience. It's not the fear that's holding me back, but the fact that in such fast-paced and distracted platforms, people really lack the depth of wanting to understand.