Mi capita spesso di sentirmi inadatta al ruolo che mi sono creata su Instagram.
Dopo il covid, dove ho avuto un boom di attenzione nel parlare di New York e dei problemi della pandemia in città - abitandoci -, ho iniziato a sentirmi a disagio nel condividere notizie più politiche o tematiche controverse in cui però avevo opinioni e riflessioni da proporre. Quando sono iniziate le discussioni sul DDL Zan, per cui ero a favore, ho pensato che fosse naturale espormi e sostenere la causa.
Ho scritto diverse storie sull'importanza del DDL Zan, sul mio sostegno, condividendo i post degli attivisti. Poi ho iniziato a sentirmi a disagio nel dare la mia opinione. Alcune persone mi commentarono le storie dicendo che avevo torto a diffondere “cose politiche”, persi molti followers, anche se non posso sapere se il motivo fu quello. Allora, pensai, basta opinioni, restiamo sulle cose americane. Sarà più facile.
Ho iniziato, e ancora oggi lo faccio, a cancellare storie scritte con critiche aperte a un contenuto, a un'azienda o a un tipo di fazione politica perché ho paura di perdere chi mi segue.
Ho molta ansia che adesso quel numero di follower sia anche il limite alla mia voce, alla mia onestà.
Non so stare sul pezzo, neanche voglio, non mi va di avere sempre qualcosa da dire. Ma Instagram non perdona l'assenza, le pause.
Non ho mai subito shitstorm sui social, ho avuto solo qualche commento negativo, ma sento comunque un blocco. Come una mano che mi trattiene ogni volta che vorrei essere me stessa.
Non mi vergognavo di me quando avevo solo gli amici nei follower e il profilo era privato. Ora faccio una storia e la cancello se trovo che un capello è fuori posto, il colorito non è roseo, si vede un difetto.
Unfortunately, I often find myself feeling unfit for the role I've created on Instagram.
After Covid, where I had a boom of attention in talking about New York City and the pandemic issues in the city - living there - I began to feel uncomfortable sharing more political news or controversial issues where, however, I had opinions and thoughts to offer.
When the discussions about DDL Zan started, which I was in favor of, I thought it was natural to stick my neck out and advocate for it.
I wrote several stories about the importance of DDL Zan, about my support, sharing activists' posts. Then I started to feel uncomfortable giving my opinion. Some people commented on my stories saying I was wrong to spread "political stuff," I lost a lot of followers, although I can't know if that was the reason. So I thought: enough opinions, let's stick to the American things. It will be easier.
I began, and still do, deleting stories with open criticism toward content, a company, or a specific political faction because I fear losing followers.
I have a lot of anxiety that my current number of followers is also the limit to my voice, to my honesty.
I can't stay on track, I don't even want to. I don't want to always have something to say. But Instagram doesn't forgive absence, pauses.
No one has really harmed me on social media, even when there were negative comments, but I feel a block. Like a hand holding me back every time I want to be myself.
I wasn't ashamed of myself when only friends followed me, and my profile was private. Now, I create a story and delete it if I find a hair out of place, the complexion isn't rosy, or a flaw is visible.