Nel 2018 sono andata incontro ad un brutto burnout. Ad un certo punto non ce l'ho più fatta, ho avuto la febbre per 3 settimane, che si è trasformata in bronchite, che si è trasformata in lastre ed accertamenti.
Stavo male, e l'ho condiviso con la mia community che è stata molto solidale. Ma non chi lavorava con me e ha letto il post.
Al tempo avevo appena trasformato il mio account Instagram da piattaforma giocosa e utile per stringere relazioni a strumento di marketing, dove tutto deve essere filtrato affinché le persone si sentano a loro agio.
La reazione di una collega che si occupava della parte commerciale del collettivo di cui facevo parte è stata devastante.
Ho ricevuto una telefonata in cui sono stata chiamata incapace di gestire le relazioni con un cliente, incapace di gestire il mio tempo e il valore delle persone che lavoravano con me.
Questa cosa mi ha segnata ma non ho imparato completamente la lezione, perché questo episodio mi è successo nuovamente ed ho pensato, ho realizzato, di essere io sbagliata.
Mi sono sentita sbagliata io come essere umano.
Fino a quando non ho capito che ad essere in errore non siamo noi, ma al massimo le nostre azioni.
Queste esperienze mi hanno insegnato a scegliere meglio le persone con cui lavorare, a mettere dei confini solidi prima di iniziare una collaborazione per tutelare i miei valori, la mia libertà di espressione e la mia salute mentale.
Ad oggi Instagram rimane uno strumento per me molto conflittuale, perché mi ha messa in contatto con persone bellissime, ma al contempo sento che ho sviluppato come un freno nella condivisione di chi sono davvero.
In 2018 I went through a bad burnout. At one point I just couldn't take it anymore, I had a fever for 3 weeks, which turned into bronchitis, which turned into x-rays and assessments.
I was sick, and I shared it with my community who was very supportive. But not those who worked with me and read the post.
At the time I had just transformed my Instagram account from a playful and useful platform for forming relationships to a marketing tool, where everything has to be filtered for people to feel comfortable with you.
The reaction of a colleague who was in charge of the business side of the workplace I was part of was devastating.
I received a phone call in which I was called incapable of managing relationships with a client, incapable of managing my time and the value of the people who worked with me.
This scarred me but I did not learn the lesson completely, because this episode happened to me again and I thought, I realized, that I was the wrong one. I felt wrong as a human being.
Until I realized that what is wrong is not us, but at most our actions.
These experiences taught me to better choose people to work with, to put solid boundaries in place before starting a collaboration to protect my values, my freedom of expression, and my mental sanity.
To this day Instagram remains a very conflicting tool for me because it has put me in touch with beautiful people, but at the same time I feel that I have developed as a brake on sharing who I really am.