E’ sfidante raccontare il proprio aborto, ci sono mille sfumature. Per me è stata una scelta su cui non ho mai avuto ripensamenti. Molto dolore ma ripensamenti mai.
Non l’ho mai raccontato sui social perché per me è il luogo meno adatto per condividere le proprie ferite. Le persone non vedono l’ora di colpirti proprio dove sanguini di più.
Sono tanti gli aspetti della mia esperienza.
Il senso di colpa, che non ti abbandona mai.
Il senso di vergogna, che non ti abbandona mai.
La difficoltà e la vergogna di dirlo ai tuoi familiari.
L’enorme difficoltà di dirlo ai tuoi amici.
Il senso di frustrazione, nel mio caso di aver addirittura scelto di abortire, una decisione difficilissima, e non riuscire, dall’altro lato, a lasciare il partner che aveva determinato, coscientemente, di farmi rimanere incinta contro la mia volontà.
Ci sono rimasta 3 anni.
3 anni d’inferno ma non sono mai riuscita a lasciarlo andare in quei 3 anni. La figlia abortita si, lui no.
It is challenging to recount one's abortion; there are a thousand nuances. For me it was a choice I never had second thoughts about. Much pain, but never second thoughts.
I never said this on social media because for me it is the least appropriate place to share one's wounds. People can't wait to hit you right where you bleed the most.
There are so many aspects to my experience.
The sense of guilt, which never leaves you.
The sense of shame, which never leaves you.
The difficulty and shame of telling your family members.
The enormous difficulty in telling your friends.
The sense of frustration, in my case of even choosing to have an abortion, a very difficult decision, and not being able, on the other hand, to leave the partner who had consciously determined to make me pregnant against my will.
I stayed in the relationship for 3 years.
3 years of hell but I never managed to let him go in those 3 years.
The aborted daughter I could, him I couldn’t.